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Intervista ad Adriana Spuria

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09/01/2014

Adriana-“Quando il tuo amore per la musica è diventato una professione?”
Adriana: “Quando cominciai a prestare la mia voce in progetti discografici, feci il mio primo contratto editoriale nel 97 con una grossa società milanese come autrice e iniziai a fare show cases con i miei brani e serate con covers.”

-“Qui al sud è ancora più difficile…”
Adriana: “In questa nostra bellissima Sicilia mancano i grandi imprenditori o le grosse società che investono in cultura. La regione Sicilia utilizza i fondi europei e statali destinati alla cultura evidentemente per altri scopi, per questo ormai non prendo più in considerazione la possibilità di un aiuto che arrivi dalle istituzioni...”

-“Cosa possiamo dire ai giovani che vorrebbero intraprendere questa strada?”
Adriana: “Ai giovani che tentano di affermarsi nella musica in particolare consiglio di verificare la dose di passione e di gioia con cui lo fanno...deve essere necessariamente molto ma molto forte perché ci saranno momenti in questo lungo percorso in cui essa sarà l'unica ragione per cui continueranno a crederci”

-“Hai uno stile particolare: intenso, viscerale, con eleganti sonorità retrò ma anche indie-rock…Parlacene un po’…”
Adriana: “Ho subito influenze di vari generi: dal pop al rock, dal jazz al folk. La canzone è anche testo…ma è un testo che penetra la musica fino a diventarne parte...Questa è l'influenza maggiore che ho avuto rispetto al concetto di canzone. Non ho mai ascoltato la canzone solo per il testo o solo per la musica, in questo senso sono fortemente legata alla tradizione Battisti/Mogol ma anche ad altri grandissimi che sono riusciti in questo intento...Non amo infatti molto una certa scuola cantautoriale degli anni settanta che prediligeva il testo sulla musica, limitando molto le armonie al solito giro di accordi, dopo un po'disturba molto il mio animo musicale...Preferisco leggere una bella poesia che è già di per se musica e ritmo, e in quanto tale non ha bisogno di musica.”

-“Stai già lavorando ad un nuovo disco?”
Adriana: “Sì, ho già scritto canzoni nuove per un nuovo disco...ora sto pensando più che altro a reperire i mezzi per produrlo.”

-“So che ti sei autoprodotta…Coraggioso.”
Adriana:”La Fabbrika è stato il marchio che ho dato ad un mio percorso di auto produzione cominciato nel 2003 e finito nel 2011 con l'uscita nazionale del mio album "Il mio modo di dirti le cose"su tunes e nei negozi..reperibile per l'ascolto pure su you tube all'indirizzo http://www.youtube.com/adriana7553.
Un percorso importante perché mi ha fatto conoscere tanti meccanismi e approfondire maggiormente competenze che è giusto che un artista che si vuole autoprodurre abbia...come le registrazioni in studio, l'idea del mondo musicale con cui vestire le canzoni, il rapporto sempre difficile con i musicisti con cui lavori...Sono davvero pochi quelli con cui ci si capisce al volo. Senza contare i soldi che investi nel progetto...come gestirli e gli errori da cui appunto impari per il prossimo disco. Un lavoro operaio quasi...molto stressante ma alla fine se tutto va come pensavi appagante...Questo è la Fabbrika.”

“Cosa puoi consigliare alle donne che tentano di essere imprenditrici?”

Adriana: “Per una donna la maggiore difficoltà di portare avanti un’ impresa o un progetto in Italia è la cortina di solidarietà tra uomini tesa a schiacciarti sempre e a decimare le opportunità...Un vero schifo, degno di un paese maschilista e fallocrate come l'Italia.
Qualche persona però più sensibile ogni tanto la trovi…ma anch'essa è vittima degli stessi meccanismi pur non condividendoli...infatti spero di lavorare con donne e/o con uomini che rispettano le donne in questa nuova produzione, non tanto come collaborazioni musicali quanto nel settore produzione e quindi editoria, promozione, ecc.”

-“La musica contro l’omofobia?”

Adriana:” La musica come ogni forma d'arte se non, mi permetto di dirlo, più di qualunque altra forma d'arte, essendo un po’ la madre di tutte le arti, ha il dovere di nutrire e soddisfare quella parte della nostra vita che chiamiamo anima, spirito, mente...costituita da emozioni sentimenti, pensieri, riflessioni...Nutre una zona libera che vive di immediatezza, di istinto, di cuore. Non c'è spazio per il pregiudizio in quella zona...lì siamo tutte entità senza corpo, senza confini...anime che si incontrano e si rispettano. Per questo é fondamentale la crescita culturale un Paese e il favorire, l'emergere delle arti e di nuovi talenti veri...Per quanto riguarda l'omosessualità, essendo un orientamento personale non deve per forza piacere a tutti ed essere condivisa da tutti...Naturalmente alcuni cibi ci piacciono altri no...così è il sesso e così è anche l'amore. Non tutti ci fanno innamorare e non ci sogneremmo mai di condividere la nostra intimità con qualcuno che non ci piace…ma anche se qualcosa non piace a me non vuol dire che non piaccia a qualcun altro...ecco dove scatta il rispetto per la diversità e la solidarietà con chi ha altri gusti diversi. Dobbiamo essere solidali con questo diritto di vivere ognuno come meglio crede, senza giudicare e liberandoci da quell'ego stupido e innaturale che ci fa pensare che il nostro modo di vivere sia il migliore. La musica in questo senso innalza ad una condizione in cui queste barriere innaturali cedono.”

Elena Condemi
Siracusa, Gennaio 2014