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Donne che hanno fatto la storia: Alexandra Tolstoj

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17/08/2017

Per la rubrica Donne che fanno fatto la storia oggi parliamo di Alexandra Tolstoj. Figlia del celebre scrittore russo Lev Tolstoj, negli anni della Rivoluzione Russa, combattè prima accanto al padre e poi sola, contro la guerra, il potere e le ideologie di quell’epoca.

Autore di Guerra e Pace, intramontabile opera, Lev Tolstoj (1884-1979), attraverso la penna, combatteva contro un regime, quello russo, che si basava su ideologie come il materialismo e il militarismo. Attivista per la pace, la sua missione fu proseguita dalla figlia, Alexandra Tolstoj, che in adolescenza seguiva il padre e lo vedeva inorridirsi di fronte alla situazione politica e sociale del suo tempo.

Il pensiero ideologico dominante era il materialismo e coloro i quali avevano una fede religiosa e proclamavano la non violenza erano costantemente attaccati. Il padre di Alexandra, era diventato un punto di riferimento per gli attivisti della pace e perseguitato violentemente, fino ad essere rinchiuso in carcere. Quando il padre morì, Alexandra, aveva 26 anni e restò al suo fianco, ereditandone lo spirito e la lotta. Anche’ella, infatti, fu incarcerata per cinque volte ma il suo spirito non vacillò minimamente di fronte alle persecuzioni.

Lev Tolstoj, le aveva insegnato che senza una fede religiosa la vita non aveva significato e che la guerra e la violenza andavano sconfitte. Alexandra decise ” io vivro’, io non saro’ sconfitta“. Fu così che riuscì a superare tutte le avversita’, sola, in un mondo che scendeva sempre di più nel buio e nell’oscurità. Visse tutta la sua vita fedele agli insegnamenti e alla missione spirituale ereditata dal padre.

Il popolo soffriva a causa della carestia e delle guerre civili. Alexandra non poteva guardare in silenzio e decise di discuterne ad una riunione a casa sua. Questo bastò, per incarcerarla. Ma come il padre, che credeva che il carcere fosse un’onore, tutti quelli ostacoli non facevano altro che alimentare la fiamma della giustizia nel suo cuore.

Se versiamo acqua sporca in un bicchiere nuovo, forse, l’acqua si purifica?” questa affermazione di Lev Tolstoj, era un monito contro il governo e contro un impoverimento umano. Solo attraverso una trasfomazione interiore delle persone, si sarebbe potuto cambiare la societa’.

Tra i seguaci di Tolstoj, dopo la sua morte, vi erano individui che approfittavano dei suoi scritti, pubblicando solo estratti a giustificazione della loro posizione. Alexandra osservava tutto e così decise di raccogliere tutti gli scritti del padre, pubblicando anche le opere inedite. Solo lei poteva salvare le tracce dello spirito del padre contenuti nei suoi scritti.

Iniziò anche la realizzazione di un museo, di una scuola e di un ospedale, appoggiata dal commissario per l’educazione Anatoli Lunacharsky. Ma una volta perso il potere, Alexandra fu fermata. Si avvicinava il regime di Stalin e per Alexandra arrivò l’esodo delle sue attivita’. Fu intimata affinchè nella sua scuola venisse propagandato  il materialismo e l’ateismo. Alexandra non tollerò questa minaccia e decise di espatriare. Fu cosi’ che con l’inizio della Prima Guerra Mondiale, arrivò in Giappone nel 1929.

 Momenti difficili per lei anche per le continue pressioni del Governo sovietico che voleva il suo rientro e la resistenza del governo Giapponese. Fu così  che approdo’ negli Stati Uniti, dove grazie all’aiuto di un filantropo, potè edificare la Fondazione Tolstoj. Un luogo dove Alexandra, si prendeva cura degli esiliati russi, dei rifugiati provenienti da ogni parte del mondo e degli orfani. Si dice ancora oggi che la fondazione abbia assistito circa mezzo milione di persone.

Vi lascio con le parole di Lev Tolstoj di un articolo dal titolo Ricredetevi pubblicato nel Times di Londra nel 1904: ” Ancora guerra. Ancora sofferenze, che non servono a nessuno, del tutto gratuite, ancora imbrogli, ancora stordimento generale e crudeltà verso gli esseri umani…Ma cos’è? Sogno o realtà?”.

Federica Scorpo